Si è fatto un gran parlare negli ultimi giorni a proposito di Net Neutrality e della posizione di Google su questo tema, in seguito ad un articolo pubblicato dal Wall Street Journal.
Per prima cosa è importante definire cosa intendiamo quando parliamo di Net Neutrality. Per noi neutralità della Rete significa impedire che i fornitori di connettività possano discriminare l’accesso alle applicazioni online e ai contenuti.
Migliorare la performance di un sito Internet, affittando spazio su un server situato più vicino all'utente finale, in cui ospitare i contenuti più frequentemente visitati (attività chiamata anche edge cashing) è una cosa del tutto diversa, come hanno chiaramente spiegato Lawrence Lessig, Luca De Biase e tanti altri attenti osservatori delle cose della Rete in Italia e nel mondo.
Come Google, molti altri fornitori di servizi online usano questo sistema per migliorare l'esperienza dei loro utenti. Portando i video di YouTube e gli altri contenuti più vicini all'utente finale, gli Internet Service Provider possono migliorare il tempo di caricamento dei contenuti e delle pagine Web. In più, attraverso questo sistema, viene diminuita la congestione del traffico di dati sulla Rete.
Comunque gli accordi che Google ha sottoscritto per far ospitare i propri contenuti sui server dei fornitori di connettività sono tutti improntati alla non esclusività e alla non discriminazione dei contenuti.
Insomma la non notizia è che Google resta seriamente impegnato nella difesa del principio della Net Neutrality e che continuerà a lavorare con le Autorità per fare in modo che Internet resti un ambiente libero e aperto, come abbiamo chiaramente affermato in occasione della consultazione pubblica sui New Generation Networks.
Per prima cosa è importante definire cosa intendiamo quando parliamo di Net Neutrality. Per noi neutralità della Rete significa impedire che i fornitori di connettività possano discriminare l’accesso alle applicazioni online e ai contenuti.
Migliorare la performance di un sito Internet, affittando spazio su un server situato più vicino all'utente finale, in cui ospitare i contenuti più frequentemente visitati (attività chiamata anche edge cashing) è una cosa del tutto diversa, come hanno chiaramente spiegato Lawrence Lessig, Luca De Biase e tanti altri attenti osservatori delle cose della Rete in Italia e nel mondo.
Come Google, molti altri fornitori di servizi online usano questo sistema per migliorare l'esperienza dei loro utenti. Portando i video di YouTube e gli altri contenuti più vicini all'utente finale, gli Internet Service Provider possono migliorare il tempo di caricamento dei contenuti e delle pagine Web. In più, attraverso questo sistema, viene diminuita la congestione del traffico di dati sulla Rete.
Comunque gli accordi che Google ha sottoscritto per far ospitare i propri contenuti sui server dei fornitori di connettività sono tutti improntati alla non esclusività e alla non discriminazione dei contenuti.
Insomma la non notizia è che Google resta seriamente impegnato nella difesa del principio della Net Neutrality e che continuerà a lavorare con le Autorità per fare in modo che Internet resti un ambiente libero e aperto, come abbiamo chiaramente affermato in occasione della consultazione pubblica sui New Generation Networks.
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