Nelle vicinanze di Montauk c’è un centro di ricerca sulle malattie degli animali, una specie di istituto zooprofilattico, e la prima cosa che molti hanno pensato è che si trattasse di un esperimento andato a male. Naturalmente, per quello che può valere, il direttore del centro ha smentito categoricamente ogni coinvolgimento, ma nulla impedisce di pensare che lo “strano animale” fosse fuggito e in seguito sia morto annegato, o per qualche altra causa. Del resto, avevamo pensato la stessa cosa anche dell’alieno di Mortegliano, e cioè che fosse fuggito dalla base militare americana di Aviano.
I militari, grazie alla segretezza delle loro ricerche, finalizzate all’invenzione di nuove armi, inevitabilmente finiscono nel mirino dei sospetti quando si tratta di questioni poco chiare. Inoltre, il Chupacabras è in qualche modo legato alle mutilazioni animali, fatte in maniera chirurgica sullo stesso genere di animali che si dice vengano aggrediti dal misterioso predatore, con la differenza che le mutilazioni denunciano l’uso di strumenti chirurgici che un animale selvatico, reale o leggendario come il “succhiacapre”, non è in grado di attuare.
Sia il Chupacabras che le mutilazioni animali su mucche o cavalli chiamano in causa gli alieni o, se non sono gli alieni, i militari che potrebbero aver fatto un patto scellerato con razze extraterrestri: ingegneria aliena in cambio del permesso di rapire esseri umani (i cosiddetti addotti) e vivisezionare bestiame al pascolo. In tutti i casi, poiché sia le mucche scarnificate chirurgicamente, sia i soggetti di abduction sono fenomeni reali, qualche ente che pratichi tali abomini ci deve pur essere, indipendentemente dal fatto che la responsabilità sia tutta umana o che invece spetti a qualche razza aliena non particolarmente amichevole.
La branca delle scienze naturali che si occupa di specie non ancora ufficialmente riconosciute, come tutti sanno, è la criptozoologia, che è una cosa seria ma che va soggetta a mistificazione da parte di artisti o di mitomani in cerca di fama. Succede anche con l’ufologia: lo studio degli oggetti volanti non identificati è serissimo, ma ci sono un sacco di perditempo che lo screditano per puro divertimento, unitamente a una minoranza di professionisti, che lo fa per mestiere, e che rispondono agli ordini di qualche ente governativo. Ancora dobbiamo riuscire a capire perché.
A Praga c’è un museo che espone al pubblico lo scheletro di una sirena, con l’avvertenza che si tratta di un falso, e a Monaco di Baviera c’è il museo della caccia che espone il lavoro creativo di tassidermisti che hanno unito due o più parti di animali, così da generare mostri fantastici, ma in quel caso non c’è bisogno di avvertire il pubblico che si tratta di falsi, essendo palesemente evidente. C’è poi un artista sudamericano che cuce insieme parti anatomiche di animali di diverse specie, li sistema in genere su qualche spiaggia e li fotografa. In questo caso, l’artista non nasconde d’essere il fabbricante di quei precisi mostri, ma con quelli rinvenuti sulle spiagge è tutto un altro discorso. Il mistero è totale e inestricabile.
Escludendo che si tratti del falso allestito dalle stesse persone che fanno le foto e le divulgano, ricavandone un’effimera notorietà, restano principalmente quattro ipotesi:
1) un animale comune sottoposto a modifiche a causa della lunga esposizione all’acqua;
2) un esperimento d’ingegneria genetica fuggito da qualche laboratorio;
3) un falso orchestrato con lo scopo di inventare un fake, da far girare su internet, per puro divertimento o per trarne qualche forma di profitto;
4) un essere proveniente da altrove e venuto a morire sul nostro pianeta, come avviene con gli UFO crash che di sicuro non sono programmati.
2) un esperimento d’ingegneria genetica fuggito da qualche laboratorio;
3) un falso orchestrato con lo scopo di inventare un fake, da far girare su internet, per puro divertimento o per trarne qualche forma di profitto;
4) un essere proveniente da altrove e venuto a morire sul nostro pianeta, come avviene con gli UFO crash che di sicuro non sono programmati.
Nel primo caso, basterebbe sottoporre il cranio all’attenzione di qualche biologo o fare il test del DNA per venire a capo dell’enigma. Con il mostro di Montauk non è stato fatto e non si capisce perché. Con quello del ponte di Brooklyn non è stato possibile perché la carcassa è stata portata via dall’ente nazionale dei parchi. Con quello trovato nel Kent pochi giorni fa non si sa se verrà fatto.
Nel secondo caso, non sarebbe la prima volta che da qualche centro di ricerca militare sfugge qualcosa. Si sospetta che sia già avvenuto nel 1918 e in quel caso di trattava del virus dell’influenza spagnola, che fece milioni di morti. Si sospetta la stessa cosa dell’AIDS, e anche lì ci sono milioni di persone che ci lasciano tuttora le penne. Nulla vieta di pensare che anche i militari commettano errori umani e si dimentichino di chiudere bene i recinti o le gabbie di quelle povere creature che hanno la sfortuna d’essere da essi manipolate. Che scienziati più o meno legittimati lo facciano non è una novità e in ambito letterario abbiamo per esempio il dottor Moreau che faceva la stessa cosa sulla sua isola ancora nel 1896. Perfino i Simpson hanno ripreso il tema dell’ibridazione tra uomo e animali con una puntata spassossima.
Nel terzo caso, si tratterebbe di una manifestazione dell’Homo ludens, che non ha freni inibitori o regole, e trae gratificazione dal sapere che altri esseri umani ci sono cascati. Un po’ quello che devono provare i cropcircles makers. O quegli studenti universitari che misero in giro la bufala dei gattini bonsai, costringendo milioni di persone a firmare una petizione inesistente, da loro stessi fatta circolare insieme ai fotomontaggi dei gatti all’interno delle bottiglie. Il divertimento un po’ sadico sta tutto nel sapere che gli esseri umani si possono facilmente ingannare. E’ lo stesso principio su cui si basano trasmissioni di successo come “Scherzi a parte”.
Nel quarto caso, posto che la maggior parte dei visitatori alieni sia di forma umanoide, non possiamo escludere che al seguito di qualche astronave ci siano forme di vita extraterrestre o extradimensionale che ricalchino nelle fattezze quelle specie che anche sulla Terra ci fanno compagnia, ovvero quadrupedi con simmetria bilaterale, dotati di mascelle per masticare, quattro arti per la deambulazione e un corpo ricoperto da epidermide. Nel caso sbarchino da un’astronave o vengano lasciati a terra di proposito, è facilmente intuibile che la loro sopravvivenza sia piuttosto limitata e che, trascinati dalle piogge, vadano a finire in acqua e poi vengano spiaggiati.
Nessuna delle tre creature è dotata, per quanto ne so, di piedi palmati e quindi sembrerebbe di poter escludere che siano organismi acquatici. D’altra parte, da quel luogo anticamente chiamato “Magonia”, paese da cui provengono dischi volanti, alieni, folletti, fate e gnomi, oltre che demoni, angeli e affini, potrebbero venire anche cani con il becco, procioni giganti o tassi dalla testa equina.
Se ne arriva un solo esemplare alla volta, la sua fine è segnata, ma se ne arrivano una o più coppie potrebbero riprodursi. Ed ecco spiegato il Chupacabras che in realtà, dopo almeno un paio di decenni dalla prima segnalazione, è diventato una colonia in espansione, che obbedisce alle stesse regole di colonizzazione di nuovi territori cui obbediscono le specie animali autoctone. Il Chupacabras, in quest’ottica, avrebbe attecchito in centro america e nel sud degli USA perché laggiù vi si alleva il bestiame allo stato brado. Difficilmente avrebbe potuto sopravvivere qui da noi in Europa, dove le stalle sono chiuse e si pratica l’allevamento intensivo.
C’è poi un altro tipo di spiaggiamento che semmai è ancora più inquietante e nei confronti del quale ancora una volta i sospetti cadono sui militari. E questa volta con cognizione di causa. Finora eravamo abituati agli spiaggiamenti dei cetacei: balene, delfini, globicefali, ma che io sappia è la prima volta che capita alle mante, che sono pesci primitivi come gli altri selaci e non hanno niente a che vedere con odontoceti e misticeti. Oltretutto, è successo in una spiaggia particolare, nell’entroterra della quale è in atto un vero genocidio. Perché le mante si siano piaggiate proprio lì è un mistero che si aggiunge al mistero.
In ogni caso, fa venire in mente la strage dei merli dalle ali rosse dell’Arkansas e quella di altri uccelli e pesci di acqua dolce, in varie parti del mondo. In tutti i casi la causa potrebbero essere le radiofrequenze emesse da sommergibili o da antenne terrestri in uso ai militari, ovvero le cosiddette armi scalari.
Escludo che si tratti di parassiti, virus o qualche forma di eutrofizzazione delle acque. Non è un fenomeno naturale. Non è sano. E se adesso tocca a loro, dopo toccherà a noi. Se di Chupacabras ce ne sono pochi e di mostri gonfi e spiaggiati ancora meno, di mammiferi e pesci che vengono a morire sotto i nostri occhi si può dire che ce ne sia una grandinata. Fenomeni che si ripetono con spaventosa regolarità. Non cadono dal cielo ma, con l’ostentazione della loro morte, è come se lo fosse. Fulmini a ciel sereno.
Noi, quasi sempre, cadiamo dalle nuvole.
Tratto da Free Animals
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