L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che “ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini”. Scritto nel 1948, questo principio è oggi perfettamente applicabile ad Internet – uno dei più importanti strumenti per la libertà di espressione nel mondo. Tuttavia il controllo esercitato dai Governi sulla rete sta crescendo rapidamente: dal blocco completo al filtraggio dei siti, ai provvedimenti giudiziari che limitano l’accesso ad alcune informazioni, fino alle misure legislative che obbligano le aziende a controllare i propri contenuti.
Non è quindi una sorpresa il fatto che Google, come altre aziende del settore tecnologico e delle telecomunicazioni, riceva regolarmente dalle autorità governative richieste di rimozione di contenuti dai propri servizi. Naturalmente molte di queste richieste sono assolutamente legittime, come quelle mirate alla rimozione di materiale pedopornografico. Riceviamo inoltre regolarmente, da parte delle Autorità competenti, richieste relative ai dati personali degli utenti. Anche in questo caso, la stragrande maggioranza di queste richieste è fondata e queste informazioni sono necessarie per il legittimo svolgimento di inchieste giudiziarie. Tuttavia, i dati relativi a queste attività non sono stati finora resi disponibili su larga scala. Crediamo che una maggiore trasparenza porterà a ridurre i rischi di censura.
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Non è quindi una sorpresa il fatto che Google, come altre aziende del settore tecnologico e delle telecomunicazioni, riceva regolarmente dalle autorità governative richieste di rimozione di contenuti dai propri servizi. Naturalmente molte di queste richieste sono assolutamente legittime, come quelle mirate alla rimozione di materiale pedopornografico. Riceviamo inoltre regolarmente, da parte delle Autorità competenti, richieste relative ai dati personali degli utenti. Anche in questo caso, la stragrande maggioranza di queste richieste è fondata e queste informazioni sono necessarie per il legittimo svolgimento di inchieste giudiziarie. Tuttavia, i dati relativi a queste attività non sono stati finora resi disponibili su larga scala. Crediamo che una maggiore trasparenza porterà a ridurre i rischi di censura.
Per questo lanciamo oggi il Government Requests tool, che permette di fornire a tutti le informazioni relative alle richieste di rimozione di contenuti o di dati personali degli utenti che riceviamo dalle autorità governative di tutto il mondo. Per questo lancio, stiamo utilizzando dati relativi al periodo Luglio-Dicembre 2009, e prevediamo per il futuro di aggiornarli con cadenza semestrale. Leggete questo post per sapere di più sui nostri principi riguardanti la libertà di espressione e i contenuti controversi sulla rete.
Stiamo già cercando di agire con la maggiore trasparenza legalmente possibile per quanto riguarda le richieste dei Governi. Quando possibile, informiamo gli utenti sulle richieste che potrebbero riguardarli direttamente. Se rimuoviamo un contenuto nei risultati delle ricerche, lo segnaliamo apertamente agli utenti. Le cifre che oggi condividiamo portano questa trasparenza un passo più avanti e riflettono il numero totale di richieste ricevute, suddivise per giurisdizione. Inoltre, condividiamo la quantità di richieste di rimozione di contenuti alle quali non ci conformiamo, e sebbene non ci risulti al momento possibile fornire maggiori dettagli utili sulla nostra osservanza di richieste relative ai dati degli utenti, è nostra volontà farlo in futuro.
Nel più ampio contesto del nostro impegno nei confronti della Global Network Initiative, abbiamo già sottoscritto i principi e le prassi che governano la privacy e la libera espressione. Nello spirito di tali principi, ci auguriamo che questo nostro strumento aiuti a far luce sulla vastità e la portata delle richieste di rimozione di contenuti e di trasferimento dati che ci pervengono dai Governi di tutto il mondo. Speriamo inoltre che tale strumento rappresenti solo il primo passo verso una maggiore trasparenza di tutte le aziende del settore tecnologico e delle telecomunicazioni per quanto riguarda queste attività.
Scritto da: David Drummond, Senior Vice-President, Corporate Development and Chief Legal Officer
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