In questo articolo, che va ad inagurare una rubrica in cui andrò a ripercorrere gli eventi più estremi del clima in fatto di termiche, ho deciso di mostrare il giorno che, per termiche in quota (il picco di freddo al suolo si ebbe in seguito per l'albedo), è il più freddo del XX secolo, ovvero la notte fra il 2 e il 3 febbraio 1929, quando sul nordest Italia entrò la -25° isoterme che nessuno oserebbe nemmeno immaginare negli ultimi anni sull'Italia.
Come si può vedere dalla carta isobarica che ho postato sopra inerente alle 00z 31 gennaio 1929, nell'ultima decade del gennaio 1929 un possente anticiclone di origine Siberiana si era allungato sulla Mittel Europa, andando a prendere seppur di striscio anche il Mediterraneo occidentale.
Annesso a questo possente anticiclone, che raggiunse valori isobarici di oltre 1060 hPa sulla Russia Europea, vi era una gelida massa di aria Artico Continentale che con isoterme intorno ai -35°/-40° a 850 hPa scivolò verso Sudovest, e, nonostante il 2 febbraio l'anticiclone fu rotto dall'affondo di una depressione Artica sulla Siberia, il nocciolo gelido rimasto in cut-off sui Balcani entrò sull'Italia il 2 Febbraio raggiungendo l'apiuce la notte con l'ingresso della -25° a 850 hPa sul nordest, cosa mai ripetutasi in seguito.
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